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Avv. Giuseppe Lipera
L’Avv. Giuseppe Lipera consegue (dopo il biennio ginnasiale) la maturità presso il Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” di Catania, dopodichè si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza ed inizia contemporaneamente vera e propria pratica forense presso lo studio del padre Pietro, avvocato.
A 24 anni, laureatosi in Legge presso l’Università degli Studi di Catania, diviene Patrocinatore Legale e comincia a muovere i primi seri passi nella professione difendendo avanti le Preture del Distretto e nel 1983 supera al primo tentativo gli esami di abilitazione e a 27 anni si iscrive all’Albo dell’Ordine degli Avvocati di Catania.
Nel 1984 fonda, radunando intorno a sé alcuni giovani colleghi, l’associazione forense “Avvocatura e Progresso”, il cui principale obiettivo era l’abolizione di ogni differenza, ormai obsoleta ed anacronistica, tra la figura del Procuratore Legale (all’epoca i giovani avvocati - con pochissime differenze riguardo la competenza territoriale ed il patrocinio avanti le Corti di Appello - erano così denominati) e quella dell’Avvocato (che scomparirà definitivamente anni dopo, chissà come mai, quando sarà Ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick).
Conosce in quegli anni l’Avv. Franzo Grande Stevens, all’epoca Presidente del Consiglio Nazionale Forense e partecipa a vari dibattiti, promuove interventi sulla stampa, presenta istanze ai più alti livelli, entra in contatto epistolare con Nilde Iotti, Presidente della Camera dei Deputati, con Gennaro Acquaviva, Capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio Bettino Craxi, e più di tutti con l’emerito Professore Giuliano Vassalli, a quel tempo Presidente della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica.
In meno di sei mesi la “leggina” propugnata da Lipera viene approvata dal Parlamento: “Avvocatura e Progresso” aveva così realizzato il suo scopo perché da quel momento i Procuratori Legali potevano difendere anche in Corte di Appello.
Nel 1985 occupandosi della difesa di un innocente Maresciallo dei Carabinieri (Luigi Martino, il quale verrà assolto con formula pienissima dalla Corte di Appello di Torino e sarà fra i primi in Italia ad avere riconosciuto l’indennizzo per ingiusta detenzione), nei cui confronti era stato emesso un ordine di cattura, per mafia e altro, dai Magistrati di Torino, nell’ambito di un mega-blitz con oltre 300 arresti (fra cui magistrati di Catania, ufficiali dei carabinieri e altri uomini delle Istituzioni), il giovane avvocato Lipera si imbatte duramente con la drammatica ed ingiusta realtà giudiziaria (che ancora non conosceva, nonostante quasi dieci anni di attività forense maturata, ma prevalentemente nel settore civile) già costituita dal fenomeno spregiudicato di acquisizione e valutazione della prova chiamato pentitismo e dai maxi processi.
In quell’anno, ha modo di incontrare il brillante ed indimenticabile personaggio televisivo Enzo Tortora, accusato dai “pentiti” ed imputato nel tristemente noto maxi processo di Napoli; con Lui instaura da subito un rapporto di stretta e disinteressata amicizia.
Il 7 dicembre, “Avvocatura e Progresso” organizza a Catania un convegno sulla Giustizia a cui parteciperanno, tra gli altri, Enzo Trantino, Anna Finocchiaro (all’epoca giovane P.M.), Claudio Poletti, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Milano, ed ovviamente Enzo Tortora, in quel momento euro-parlamentare in carica.
L’aula del Palazzo di Giustizia, ove si celebra la manifestazione, viene letteralmente assaltata da migliaia di persone che vogliono ascoltare Tortora ed esprimergli la loro più sincera solidarietà.
Lipera, appena trentenne, assiste ad un vero trionfo mentre Tortora, proprio in quella sede, con coraggio ed orgoglio, annuncerà le sue prossime dimissioni dal parlamento europeo, posto che era intervenuta nei suoi confronti sentenza di condanna di primo grado da parte del Tribunale Penale di Napoli; tre giorni dopo, infatti, a Milano, sulle scale del Duomo, Enzo Tortora verrà quindi arrestato e ricondotto ai domiciliari, in quel piccolo appartamento di Via Dei Piatti, 8.
L’amicizia tra Peppino Lipera ed Enzo Tortora, nel periodo in cui Enzo veniva abbandonato da tutti quanti lo avevano conosciuto negli anni dei suoi successi mediatici, si rinsalda fortemente.
Nel 1988 Marco Pannella, una ne fa cento ne pensa, sbarca a Catania e dal cilindro del suo estro tira fuori una lista che candiderà alle elezioni comunali e che chiamerà Lista Civica, Laica e Verde, con capolista morale Enzo Tortora, ormai inesorabilmente e gravemente ammalato, che il 18 maggio, a pochi giorni dalle votazioni, scompare, per quel terribile male anzi per quella “bomba che era scoppiata dentro” il giorno (17 giugno 1983) del suo arresto, tanto ingiusto quanto immeritato.
La lista civica pannelliana ha un inaspettato successo tant’è che vengono eletti cinque consiglieri comunali.
Si dimettono via via il Generale Ambrogio Viviani, Domenico Modugno, Adele Faccio, Emma Bonino ed infine lo stesso Pannella a cui, il 14 ottobre, darà il cambio proprio Giuseppe Lipera (altri due avvocati, Sandro Attanasio e Saro Pettinato, un professore universitario, Luigi Giusso, ed un notaio, Gaetano Libranti, nel frattempo erano già subentrati).
(La notte dell’8 luglio a Catania avviene un fatto straordinario, che ha per protagonista Domenico Modugno e che vale la pena ricordare:
“Rientriamo dopo cena in albergo; c’è un caldo afoso insopportabile.
Sulla porta girevole dell’hotel Excelsior scontriamo il pianista, Nicola Doria che sta per andare via, data l’ora tarda.
Di istinto lo blocco e con uno sguardo cortese ma perentorio lo invito a rientrare.
Non sembra convinto, ma allorché gli faccio notare che c’è Modugno il dietrofront è immediato e spontaneo.
Ci sediamo tutti attorno al pianoforte e rivolto a tutti e a Mimmo in particolare dico: ora cantiamo!
La moglie di Modugno, la signora Franca, di rimando mi dice: «avvocato la smetta!» come per dire: « non lo sa che è impossibile per Mimmo cantare dopo che ha avuto l’ictus?»
Non me ne curo e nel frattempo dal pianoforte escono le prime note che sono le più classiche “nel blu dipinto di blu”; cantiamo tutti.
A questo punto stuzzico Modugno cercando di imitare la sua voce e cantandogli all’orecchio; è fatta, dopo qualche altra canzone Modugno … torna a cantare.
I presenti, Maurizio Turco, Antonio Cerrone, Generale Viviani, il Senatore Franco Corleone, sono increduli e nello stesso tempo commossi e lo è ancor di più, ovviamente, la signora Franca, che poco prima pensava che fosse impossibile per suo marito tornare a cantare.
Testardo come un mulo io comincio: “Bianca e splendente va la noia”e Mimmo continua “va lentamente verso l’altare … ”.
Più avanti Modugno entra in palla ed indica puntualmente al pianista gli accordi, quasi sempre la maggiore e si bemolle, suggerisce il tempo e si va avanti cantando “la lontananza, lazzarella, tu si na cosa grande per me”.
Nel frattempo si è avvicinata tanta gente.
Ormai Modugno è decollato e non lo ferma più nessuno. Il suo concerto notturno durerà oltre due ore, nella contumacia di Pannella che, ignaro di quanto sta accadendo, dorme sopra nella sua stanza.
L’indomani mattina però Franca Modugno vede Marco nella hall e gli dice: “Incredibile, un miracolo, stanotte Mimmo ha cantato”. Non lo faceva da tempo).
Dal 1989 e al 1991 senza neanche chiederlo, e senza che se lo aspettasse, Lipera (“scomunicato” nel frattempo da Marco Pannella, che però sottolinea la legittimità del suo operato) viene nominato Assessore (dal dicembre 1989 al febbraio 1991 reggerà il Personale e lo Spettacolo) e pare, a detta di altri, che abbia lasciato un buon ricordo al Comune di Catania (certamente per l’onestà indiscussa e l’entusiasmo).
Il 5 febbraio 1991 Lipera fonda il “Movimento Popolare Catanese”, ispirandosi al noto pro sindaco socialista catanese degli inizi del novecento, ancor oggi a Catania ricordato con genuino rimpianto, che fu Giuseppe De Felice Giuffrida – integerrimo e puro idealista, propugnatore del superamento delle sterili contrapposizioni ideologiche nell’atto di amministrare le città - che fra le tante cose che fece, notte tempo, “inventò” il panificio municipale, impiegando gli operai della manutenzione strade e obbligando in pratica i panettieri dell’epoca ad abbassare il prezzo del pane, che per i più poveri era divenuto proibitivo (in pratica aveva inventato il calmiere).
In oltre due anni di attività del M.P.C., quasi tutti i maggiori personaggi politici della Città parteciperanno come relatori e per rispondere alle domande di gente comune, agli incontri settimanali che verranno chiamati il “venerdì del catanese”.
Nel 1992 tragiche stragi siciliane, dove muoiono tra gli altri Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, scuotono l’Italia intera. Nel mese di agosto Lipera con i volontari del suo MPC organizza a Catania un mese di spettacoli; la manifestazione di beneficenza verrà chiamata “Per Non Dimenticare” (il ricavato verrà donato alla famiglia di Agostino Catalano, uno dei poliziotti di scorta di Borsellino) e vi parteciperanno fra gli altri Gino Paoli, Gianni Bella, Miranda Martino, Ivan Graziani, Marco Ferradini, Viola Valentino, Luciana Turina, ecc. ecc.
Nel 1993, in mezzo alla bufera di “mani pulite”, che toccherà anche Catania, il Movimento Popolare Catanese si presenta da solo alle elezioni comunali e conquista inaspettatamente un seggio.
Il 3 luglio muore l’amato padre, l’avvocato Pietro, e dal quel momento purtroppo il Movimento Popolare Catanese chiuderà i battenti e anche Lipera non farà più politica, per dedicarsi interamente alla professione forense.
Seguono anni in cui Lipera ha la fortuna di affermarsi professionalmente (non manca di difendere con successo anche imprenditori e politici che vengono prima arrestati e poi puntualmente assolti), intervenendo in tantissimi processi penali.
Il 19 maggio 1994 a Milano partecipa ad un dibattito infuocato, sempre sul tema Giustizia, a Tele Lombardia.
Il 30 giugno è relatore assai appassionato in un convegno a Varese su “Le libertà del cittadino tra giustizia e politica” insieme a Tiziana Maiolo, Agostino Viviani, Gaetano Pecorella, Guido Podestà e Domenico Contestabile, mentre a Milano è invitato a partecipare alla commemorazione della morte di Enzo Tortora insieme a Lorenzo Strik Lievers e la senatrice Francesca Scopelliti, vedova di Enzo Tortora.
Duro l’intervento di Lipera - contro i PP.MM., che in Italia hanno arrestato anche la Madonna (chi non ricorda il caso di Civitavecchia) - che cita pagine scritte da Piero Pajardi, già presidente della Corte di Appello di Milano, che descrisse i comportamenti di giovani magistrati inquirenti affetti da quel che Lui definì “sadismo sociale”.
In quello stesso anno organizza a Catania un convegno sulle vittime della giustizia con la presenza di Vittorio Sgarbi.
Nel 1996, cedendo all’invito da Palermo che parte da Palermo di Turi Lombardo, già socialista siciliano affermato della “prima Repubblica”, Lipera entusiasticamente accetta di partecipare, per mero spirito di servizio, alle elezioni senatoriali candidandosi nella fatidica lista “Pannella-Sgarbi” (in cui non erano candidati né Pannella né Sgarbi) e non si sa come ottiene il 5,5% dei consensi (verrà eletto ovviamente il regista Gianfranco Zeffirelli).
Il 20 marzo 1997 Lipera viene iscritto all’Albo speciale degli Avvocati ammessi al Patrocinio avanti la Corte Suprema di Cassazione e alle Giurisdizioni Superiori.
Il 13 marzo 2001 trionfo in Cassazione. Difende un medico, accusato di avere curato un boss durante il periodo di latitanza, che viene assolto dalla Corte Suprema, la quale, senza rinvio, annulla la condanna di primo e secondo grado per favoreggiamento. É il primo precedente riguardante un simile caso, per cui viene colmato un vero e proprio vuoto giurisprudenziale (la sentenza sarà massimata ed ovviamente pubblicata e commentata in varie riviste giuridiche).
Nel 2005 assume la difesa del giovane gay a cui avevano tolto la patente di guida (l’Ospedale della Marina Militare di Augusta lo aveva riformato con la diagnosi “affetto da disturbi della identità sessuale” e trasmesso d’ufficio detto referto alla Motorizzazione Civile di Catania che conseguentemente aveva disposto la revisione della patente). Lo scalpore della notizia, estremamente scandalosa, è tale che tutti i mass-media nazionali ed anche internazionali si occupano del caso.
L’avvocato Lipera, insieme al giovane imprenditore catanese, parteciperà a svariate trasmissioni televisive e fra queste a “tutte le mattine” di Maurizio Costanzo. Il finale fu lieto: i ministeri della Difesa e dei trasporti furono condannati al risarcimento della somma di € 100.000.
Nel 2007 ha assunto la difesa di Bruno Contrada, all’epoca detenuto presso il Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere, al quale, nel luglio del 2008, gli venivano concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute.
Nello stesso anno i ha assunto la difesa del giovane ultras catanese Antonino Speziale, persona per la quale si è sempre battuto per affermare, dentro e fuori le aule dei tribunali, la sua innocenza. Di recente il caso è tornato alla ribalta nazionale grazie all’interessamento della trasmissione televisiva “Le Iene” e del giornalista palermitano Ismaele La Vardera.
É utopisticamente convinto che si può migliorare il Servizio Giustizia in un solo modo ovverosia cambiando in Italia il sistema di reclutamento dei Magistrati ed adeguandolo a quello adottato in Inghilterra (almeno 40 anni di età per accedere nell’Ordine).